Il ponte romano di Pont-Saint-Martin ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del territorio su cui venne costruito sul finire del primo secolo avanti Cristo, un ruolo in primo luogo di carattere funzionale che mantenne per circa due millenni, fintanto che la strada consolare delle Gallie svolse la sua attività di via di transito attraverso la barriera alpina. soltanto a partire dal XIX secolo, dopo la costruzione nel 1836, di un ponte di legno sul tracciato dell’Ivrea-Aosta, ricostruito in muratura nel 1876 il ponte romano perse la sua funzione originaria per diventare un monumento riconosciuto della romanità, un simbolo del territorio segnato dalla sua imponente mole.
Il ponte sul torrente Lys, probabile limite geografico e giurisdizionale del territorio di Augusto, segnò inoltre la linea di demarcazione tra montagna e pianura, tra Alpi e resto della penisola svolgendo il ruolo di seconda linea di difesa di questa frontiera rispetto alla strettoia di Bard, impervio sbarramento naturale costituito dalla soglia glaciale. La sua funzione di frontiera, il ponte la conserverà pressoché immutata dall’epoca dell’impero romano fino ai giorni nostri se si esclude l’annessione, per un certo periodo, di Carema alla Valle d’Aosta e l’inserimento del Canavese nella provincia di Aosta nell’epoca fascista. La presenza del ponte determinò anche la nascita e l’ubicazione dell’abitato che si sviluppò intorno ad esso lungo la via pubblica diventando l’elemento fondamentale per comprenderne l’evoluzione storico-insediativa e, più in generale, per decifrare i mutamenti avvenuti sul territorio nel corso dei secoli.
L’antica denominazione del sito resta sconosciuta: il nome di Saint Martin risale all’evangelizzazione della popolazione rurale tra il IV e il V secolo dopo Cristo e sulle carte compare a partire dal XIV secolo nel toponimo che designa l’agglomerato, preceduto dal termine latino pons (a Ponte Sancti Martini).
Secondo la tradizione, San Martino, vescovo di Tours, percorse due volte la Valle d’Aosta per recarsi a Roma e in Pannonia attraversando in entrambe le occasioni il ponte sul Lys.
La leggenda del ponte
Intorno alla figura di San Martino e alle circostanze dell’edificazione del ponte è nata la leggenda che indica il santo vescovo come ideatore del raggiro che ebbe come risultato la costruzione del ponte sul Lys e come vittima il demonio.
Il Diavolo aveva improvvidamente accettato il patto proposto dal santo Martino, capace di imbrogliare Satana stesso, secondo cui in cambio della costruzione di un solido ponte in sostituzione della precaria passerella che attraversava il Lys, avrebbe portato con sé all’inferno l’anima di colui che per primo lo avrebbe varcato. In una sola notte una folta schiera di demoni al comando di Satana provvide ad elevare il magnifico ponte, accontentando le richieste che gli abitanti del borgo di Pont-Saint-Martin avevano rivolto a San Martino. Ma l’astuto vescovo, quando la costruzione fu compiuta, si recò presso il ponte seguito dall’intero paese con un povero cane affamato nascosto sotto il mantello, gettò un pane verso l’altra sponda e liberò l’animale che si slanciò sul ponte e passò così per primo.
Il Diavolo, furioso, incominciò a distruggere la sua opera, ma San Martino fissò una croce sul punto più alto del ponte e così il demonio scomparve per sempre.
Il carnevale storico di Pont-Saint-Martin trae ispirazione da questa leggenda che celebra il mito della costruzione del ponte diventato nei secoli il simbolo della cittadina.
Tratto da Ponte romano di Pont-Saint-Martin di Luciana Pramotton
Collana Pietre di Ponte – Musumeci editore
CONTATTI E INDIRIZZI
Riferimenti: sempre visitabile!

Ponte romano – fotografia ante 1920